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La religione non è per Feuerbach solo alienazione. I suoi elementi tipici, il bisogno, la sensibilità, la passività, vengono rivendicati a una filosofia pratica che ne assume le funzioni. Egli distingue però tra un sentimento ancorato alla terra, che rimane dentro i limiti della necessità naturale, e un sentimento sovrannaturalistico, che crede all'esistenza degli oggetti di ogni possibile aspirazione - prima fra tutte quella di essere immortali. La distinzione tra "cuore" e "animo" viene introdotta a questo scopo. I saggi di questa raccolta ruotano intorno alla questione se la distinzione abbia fondamento e se l'etica che Feuerbach elabora a partire dalla critica della religione corrisponda all'intensità del desiderio teogonico. Quest'etica eudemonistica, costruita in un costante confronto con Kant e Schopenhauer, permette di riformulare le categorie della morale razionalistica e di avanzare l'idea "materialistica" di una libertà che si attua nel tempo, attraverso la buona amministrazione delle risorse pulsionali di cui ciascuno dispone. In Appendice "Sull'immortalità" di Ludwig Feuerbach.